Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha invocato l’immunità parlamentare nei confronti dell’incriminazione per corruzione.
TEL AVIV – Benjamin Netanyahu va al contrattacco dopo l’incriminazione per corruzione, frode ed abuso di ufficio.
Netanyahu vuole l’immunità
Il premier di Israele ha dichiarato: “Mi accingo a rivolgermi al presidente della Knesset Yoel Edelstein per avvalermi dell’immunità parlamentare che è un mio diritto, che è anche il mio dovere e la mia missione, per restare al servizio dei cittadini di Israele. La legge sulla immunità – ha spiegato Netanyahu – è stata intesa per proteggere i rappresentanti del popolo da indagini pretestuose, da incriminazioni di carattere politico il cui scopo è di andare contro il volere del popolo. La legge intende garantire ai rappresentanti del popolo di poter agire per il popolo secondo la sua volontà“.
Le opposizioni
Le reazioni dei rivali politici non si sono fatte attendere. Benny Gantz, leader del partito centrista Blu Bianco, ha detto che farà tutto il possibile alla Knesset per impedire che a Netanyahu sia concessa l’immunità. Analoga la posizione di Avigdor Lieberman, leader del partito nazionalista Israel Beitenu.
I precedenti in Israele
In Israele, dal 2005, l’immunità non è più automatica, ma deve essere approvata dalla Knesset: prima in una apposita commissione parlamentare e poi nell’aula plenaria. Dal 2005 ad oggi, ha precisato la televisione commerciale Canale 12, si sono avute 15 incriminazioni di parlamentari. Solo in tre casi, finora, è stata invocata la immunità. E’ stata negata a due parlamentari: Michael Gorolowsky (Likud) – era accusato di una infrazione parlamentare – e Said Nafa (Balad, nazionalista arabo), per un viaggio non autorizzato in Siria. Anche il ministro Haim Katz (Likud) ha chiesto la immunità, ma attende ancora che il suo caso sia sottoposto alla apposita commissione parlamentare.